Perché le ronde non convincono
Dall’approvazione del cosiddetto decreto anti stupri si discute molto sulla necessità e l’organizzazione delle ronde, che, già presenti nel pacchetto sicurezza approvato al Senato, sono state adesso formalizzate e istituzionalizzate.
Tra le critiche sollevate c’è anche quella del Questore Morselli di Venezia, fatti in occasione della presentazione dei dati relativi all’andamento della criminalità nella provincia nel 2008. Il rapporto riportato da “La Nuova Venezia” e dal “Gazzettino di Venezia” (vedi articolo) parla chiaro: reati in netto calo rispetto all’anno precedente, sia furti, rapine che omicidi. Lo dice personalmente il Questore che intervistato per “La Nuova Venezia” (vedi articolo) mette in guardia sull’opportunità delle ronde nel territorio: “non serve essere organizzati per collaborare con noi. Collaborazione sì, ma niente giustizieri della notte”. Morselli è sì soddisfatto, ma non rinuncia a esporre i reali problemi “noi, localmente, non abbiamo autonomia nel gestire il denaro a disposizione. Possiamo avere fondi per sostituire tende, che non serve sostituire, ma nemmeno un cent per la manutenzione delle auto. La legge ci impedisce di usare i soldi delle tende in maniera diversa”.
Dello stesso avviso sono proprio i sindacati di polizia, riportato nell’articolo “Ronde, poliziotti in rivolta: è la resa dello Stato” del “Corriere del Veneto” del 21 Febbraio (non disponibile on line), “l’unica soluzione percorribile – al problema sicurezza – è mettere le forze dell’ordine nelle condizioni di operare al meglio con finanziamenti adeguati, e il potenziamento di uomini e mezzi”, dichiarazione rilasciata da Bruno Zoppè, segretario regionale del Siap. Secondo Paolo Carlotto, segretario regionale del Silp: “è lo Stato che deve garantire la sicurezza, non si possono mandare i cittadini allo sbaraglio.” Dalle colonne del “Gazzettino di Venezia” del 22 febbraio (vedi articolo), interviene anche il segretario veneziano del Siulp, Diego Brentani: “ben venga il volontariato, ma non si capisce che tutti poi faranno riferimento alle forze dell’ordine: aumenteranno le chiamate, ma se le pattuglie resteranno le stesse di oggi, senza automobili e imbarcazioni, non cambierà nulla“.
Nonostante le perplessità e dubbi espressi, continua l’ “arruolamento” dei volontari per la sicurezza nel Veneto, dove in realtà già esiste ed è operativa da tempo l’associazione della Lega “Veneto sicuro”, già attivo a Jesolo, Eraclea, Caorle, Meolo, San Donà, Portogruaro, e anche a Venezia si sono attivati con le prime iscrizioni, come si legge da “Il Venezia- Il Mestre” del 21 Febbraio.
Dal “Gazzettino di Venezia” del 28 Febbraio (vedi articolo) il gruppo ha pattugliato il parcheggio di via Colombo a Mestre perché sostengono i leghisti “abbiamo ricevuto centinaia segnalazioni che riguardano tutte le aree di Mestre con persone che stanziano nei parcheggi cittadini, chiedono 50 cent o 1 euro, e guadagnano bene, sennò farebbero altro. Se non paghi il rischio è di trovarti la macchina segnata al ritorno”.
A chi (vedi articolo del “Gazzettino di Venezia”) sostiene che i volontari non dovrebbero essere soltanto dei semplici cittadini “armati” di buona volontà, come indicato da alcuni prefetti, ma persone esperte per stare sulla strada, persone formate, giunge la risposta (vedi articolo su “La Nuova Venezia”) pronta del ministro Maroni e del governatore Galan che al loro incontro fanno sapere che la formazione dei rondisti non può gravare né sul ministro, né sull’amministrazione regionale.
Bene, siamo punto e a capo.
Grazie a poluz per la foto!
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