Rapporto del Commissario ai Diritti Umani del Consiglio d’Europa: approfondimento
Thomas Hammarberg, Commissario ai Diritti Umani del Consiglio d’Europa, in seguito a due visite compiute in Italia, nel giugno 2008 e nel gennaio 2009, ha elaborato un rapporto sulla condizione dei migranti, e di altre categorie di soggetti vulnerabili, nel nostro Paese.
È opportuno ricordare che il Consiglio d’Europa è nato nel 1949 con lo scopo di favorire la creazione di uno spazio democratico condiviso in tutta l’Europa, spazio che trova i suoi fondamenti nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle altre Convenzioni Internazionali che tutelano i diritti dell’individuo.
Le altre finalità che impegnano il Consiglio d’Europa e conseguentemente tutti i 47 paesi membri, compresa l’Italia sono:
– lo sviluppo di una democrazia pluralista e la garanzia del rule of law;
– la promozione dell’identità culturale europea e delle sue diversità;
– la ricerca di soluzioni a problemi sociali, quali: discriminazione delle minoranze, xenofobia, intolleranza, bioetica e clonazione, terrorismo, tratta degli esseri umani, criminalità organizzata e corruzione, criminalità informatica, violenza nei confronti dei bambini;
– lo sviluppo della stabilità democratica in Europa, attraverso il sostegno di riforme politiche, legislative e costituzionali.
Durante le visite nel nostro Paese il Commissario Hammarberg ha avuto l’opportunità di incontrarsi e confrontarsi con rappresentanti del governo, rappresentanti di organizzazioni governative e di organizzazioni non governative operanti nel settore delle migrazioni e della protezione di Rom e Sinti.
Il Rapporto che ha elaborato è suddiviso in quattro sezioni principali:
1. Azioni di contrasto al razzismo e xenofobia;
2. Protezione dei diritti umani di Rom e Sinti;
3. Protezione dei diritti umani di migranti e richiedenti asilo;
4. Rimpatri forzati e conformità con quanto previsto dalla rule 39 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
In questa sede ci soffermeremo solamente sul punto 3, nonostante l’intero Rapporto meriti di essere attentamente letto e preso in considerazione.
Il Commissario inizia la sua disamina ricordando l’emanazione nel luglio 2008 della legge n. 125, che converte il decreto legge n. 92 del 23 maggio 2008 recante misure urgenti in materia di pubblica sicurezza.
Hammarberg, dopo aver citato alcune delle disposizioni contenute nella legge, evidenzia come questa ponga gravi problemi di compatibilità con la normativa comunitaria.
Il Commissario, durante le sue visite, è stato informato che nel 2008 i migranti che hanno raggiunto l’Italia in modo irregolare sono stati 36.952, di questi solo 30.657 sono giunti nell’isola di Lampedusa. Le otto nazionalità maggiormente rappresentate sono state: la nazionalità tunisina, nigeriana, somala, eritrea, egiziana, algerina, ghanese e marocchina. L’UNHCR ha evidenziato come la maggior parte di questi migranti, una volta raggiunte le nostre coste presentino richiesta di asilo e più della metà di essi abbiano poi accesso ad una qualche forma di protezione internazionale.
Il Commissario ha posto l’attenzione sull’elevato numero di minori stranieri non accompagnati che raggiungono il nostro Paese, molti dei quali sono vittime di sfruttamento. Egli sottolinea che qualsiasi forma di misura legislativa o amministrativa adottata per affrontare e contrastare il fenomeno della migrazione “irregolare” deve tenere in giusta considerazione i reali bisogni delle persone che giungono in Europa alla ricerca di protezione internazionale.
Il Commissario è inoltre rimasto sconcertato dalle severissime misure previste dal pacchetto sicurezza e dalle conseguenze che queste potrebbero avere sugli standard internazionalmente stabiliti riguardanti il rispetto dei diritti umani. Particolare sgomento è stato suscitato dalla disposizione che prevedeva la revoca al divieto di segnalazione da parte di medici e del personale delle strutture sanitarie, che avrebbe portato a notificare la presenza di migranti “irregolari” alle autorità di pubblica sicurezza.
In questo contesto Hammerberg ricorda come la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha recentemente ribadito come le informazioni personali di cui viene in possesso il personale medico durante lo svolgimento delle attività sanitarie, devono considerarsi attinenti alla vita privata dell’individuo, e ricorda inoltre che la tutela e la protezione di queste informazioni è garantita dall’articolo 8 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo.
Per quanto concerne la situazione dei minori stranieri non accompagnati, il Commissario sollecita le autorità italiane di prestare attenzione a quanto stabilito nella Raccomandazione CMRec (2007) On life projects for unaccompanied migrant minors, emanata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa nel 2007. Con questa raccomandazione il Consiglio d’Europa incoraggiava i paesi membri a promuovere i progetti di vita e le capacità dei minori, dando loro la possibilità di acquisire ed eventualmente rafforzare le conoscenze necessarie per diventare degli adulti indipendenti, responsabili e attivi nella società. Per raggiungere questi obiettivi ogni stato membro ha il compito di implementare delle politiche volte all’integrazione sociale del minore, allo sviluppo personale e culturale.
Il Commissario ha inoltre sollecitato le autorità italiane a ratificare il prima possibile la Convenzione sulla lotta contro la tratta degli esseri umani, firmata dall’Italia nel 2005, ma non ancora ratificata dal nostro Paese. La Convenzione contiene importanti previsioni sulla promozione e protezione delle vittime di tratta, inclusi i minori.
Nelle conclusioni il Commissario ribadisce la sua preoccupazione per le disposizioni normative e amministrative adottate nel nostro Paese, in particolar modo si oppone in modo netto alla pratica che prevede il rimpatrio forzato in paesi terzi, considerati sicuri, ma che in realtà tanto sicuri non lo sono. Il mero fatto di aver ratificato una Convenzione Internazionale, da parte dei paesi terzi, non è sufficiente per garantire il completo rispetto dei diritti umani. A questo proposito Hammerberg consiglia ai nostri governanti di prendere adeguatamente in considerazione le Venti Linee Guida del Consiglio d’Europa sul procedimento di rimpatrio forzato emanate nel 2005.
Il Commissario ha inoltre sottolineato il fatto che continuerà a monitorare il nostro Paese, seguendo con attenzione le evoluzioni delle normativa, per poter cosi verificare l’effettiva implementazione di quanto previsto dagli standard del Consiglio d’Europa. Auspica inoltre di continuare a dialogare con il Governo Italiano affinché venga posta correzione alle lacune presenti nella nostra normativa.
Grazie a digital cat per la foto.
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